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STUDIO E LABORATORIO DI FISICA APPLICATA
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Venti anni di attività nel campo della "sicurezza agenti fisici", R&S e Atex sono tanti. Talmente tanti che ho sentito la necessità di condividere su un sito anti oblio dedicato a tutto quello che mi è capitato di vedere e studiare, a prescindere dagli aspetti lavorativi economici. Anti oblio perché spesso poi le cose si dimenticano in particolare quelle più curiose. Questo sito è cookies free in quanto non si ha l'interesse di tracciare i visitatori quindi c'è un solo cookie che serve per il funzionamento interno al server.
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La bufala dell'acqua e del vino magnetizzato
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Sul web esistono molti siti e aziende che propongono l'acqua magnetizzata come la soluzione a molti mali (depura l'organismo, scioglie i calcoli, ecc) . L'acqua è una sostanza diamagnetica, esistono tre forme di "magnetizzazione" :

Elicotteri, api e cariche elettrostatiche
- Categoria: Rischio Esplosione (ATEX)
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Ogni volta che si ha uno strofinio tra due materiali diversi si possono generare cariche elettrostatiche.
Esempi di produzione di cariche elettrostatiche sono:
- Aria all’interno delle tubazioni degli impianti di aspirazione.
- Aria convogliata sugli aerografi di verniciatura.
- Strofinio abbigliamento in Poliestere con scarpe da ginnastica isolanti.
- Carri cisterna e autoveicoli durante il moto.
- Nastri di levigatrici.
- Pulizia con aria compressa.
Per avere un’idea della carica accumulata per strofinio si può prendere in considerazione la serie triboelettrica.
Un materiale in cima alla tabella tende a cedere elettroni (e caricarsi positivamente) mentre quelli vicini al fondo tendono ad accettare elettroni e caricarsi negativamente. Ad esempio, mettendo a contatto del nylon e del teflon, il nylon si caricherà positivamente e il teflon negativamente. Ma se il nylon viene strofinato sulla pelle si caricherà, in maniera più debole, negativamente. Maggiore è la distanza nella tabella e maggiore è l'intensità della carica generata. L’accumulo di carica Q implica poi la generazione di una tensione che può essere molto elevata e produrre scosse elettriche e/o scintille. La tensione si può calcolare con la seguente formula:
V = Q/C = Volt
dove Q è la carica in Coulomb e C la capacità in Farad.
L'Elicottero
Le pale di un elicottero durante la rotazione e il contatto con l’aria producono quindi una certa quantità di cariche elettrostatiche. Di conseguenza un elicottero durante il volo può essere” caricato” anche con migliaia di Volt. Per consentire all'elettricità statica di scaricarsi prima che una persona entri in contatto con l'elicottero o il personale eventualmente calato tocchi il suolo si collega al gancio del paranco un cavo di opportuna lunghezza per scaricare l'elettricità statica a terra.
Cavo di messa a terra
Fonte https://www.kong.it/it/prodotto/staticdischarge/
I militari quando effettuano operazioni di discesa lanciano una corda molto pesante fino a terra in modo da scaricare le cariche elettrostatiche.
Fonte
API
Analogamente le Api durante il loro volo a causa dello strofio con l’aria si elettrizzano e possono essere caricate con tensioni dell’ordine del centinaio di volt (hanno una capacità piccola).
Se le api si trovano in grandi gruppi (quindi, per esempio, nell’alveare) possono dare vita a superfici cariche elettricamente che creano un campo elettrico collettivo molto più grande di quanto gli scienziati avessero immaginato finora, e paragonabile in certi casi a quello che si determina quando ci sono eventi atmosferici di portata significativa come i temporali. La misurazione del campo elettrico generato dagli sciami delle api è stata eseguita dai ricercatori dell’Università di Bristol, con rilevatori di campi elettrici e con stime matematiche e fisiche. Più in dettaglio, gli scienziati hanno scoperto che queste nuvole di insetti possono generare da 100 a 1000 volt per metro quadro, a seconda delle dimensioni dello sciame e degli alveari. Quando un ape si avvicina a un fiore essendo caricata elettricamente subirà una variazione di carica in quanto il fiore può essere connesso a terra o carico naturalmente, questa variazione di carica le permette di capire se il fiore è già stato visitato oppure no.
Vi consiglio il seguente articolo (Fonte):
https://www.ibsafoundation.org/it/blog/elettricita-delle-api-modifica-clima-circostante
L'infiammabilità del R1234 ZE è discutibile
- Categoria: Rischio Esplosione (ATEX)
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L'infiammabilità del trans-1,3,3,3-Tetrafluoroprop-1-ene (R1234 ZE) è discutibile in quanto dipende dalle condizioni sperimentali. Sulle bombole la marcatura è quella di gas non infiammabile. Il gas viene utilizzato negli impianti di refrigerazione in sostituzione di quelli che creano il buco dell'Ozono.
Il gas Viene essere classificato:
- Come non infiammabile secondo ASTM E681.
- Sopra i 60 °C, il gas risulta infiammabile con l'intervallo di infiammabilità del 5,7% ∼ 11,3% secondo lo standard ASTM E 681-01.
- A 100 °C risulta infiammabile con intervallo di infiammabilità 7%-12% secondo lo standard ASTM E 681-04.
- Secondo lo standard HG / T2765.4 il gas risulta infiammabile a partire da 25°C con un intervallo di infiammabilità compreso tra il 6% e il 24 %.
Diciamo che il gas si comporta un po come l'Ammoniaca ,altro gas refrigerante difficile da innescare ma non privo di rischio.
Si propone di assumere a favore della sicurezza i seguenti parametri :
- LEL = 6% (0,10 Kg/m3)
- UEL = 11%
- Temperatura di infiammabilità = 25 °C.
- Temperatura di autoaccensione = 368 °C (Scheda di sicurezza PAN GAS)
- M = 114 (Massa Molare)
- MIE = 1000 J
La densità del gas in ambiente aperto è funzione della temperatura e assume i seguenti valori:
Temperatura |
Densità kg/m3 |
Densità relativa aria |
-20 |
5,7 |
4,5 |
0 |
5,3 |
4,2 |
20 |
4,9 |
3,9 |
40 |
4,6 |
3,7 |
Risulta quindi che il gas è sempre più pesante dell’aria di conseguenza tenderà a stratificare in basso come il GPL.
Di questo gas si riesce a calcolare tutto . Si riporta il calcolo della portata di emissione con i seguenti parametri:
- LEL = 6 % (0,10 Kg/m3)
- Pressione = 8 bar
- CD = 1
- Foro di guasto = 0,25 mm2
- Temperatura = 40 °C
- Flusso = Sonico
- DZ = 1 metro dalla perdita
- Tipologia di zona = Zona 2 con 0,05 m/s
- Portata di emissione WQ = 0,0014954 Kg/s
Quattro cose da sapere sul GPL
- Categoria: Rischio Esplosione (ATEX)
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- Il GPL è pericoloso perché la densità del gas è maggiore di quella dell'aria di conseguenza in caso di perdita si stratifica in basso in fosse, tombini, buche. Per questo motivo è pericoloso tenere bombole in cantine e piani interrati. Come dire che in caso di perdita non và verso l'alto ma rimane in basso.
- La pressione all'interno di una bombola o cisterna di GPL è sempre circa 7 bar ovvero molto alta. Finchè all'interno della bombola è presente del liquido il gas è sempre presente alla pressione di 7 bar. Questo è il motivo per cui per vedere se una bombola è piena l'unico modo è di pesarla; i manometri danno sempre la stessa pressione anche se la bombola è quasi vuota.
- All'interno di una bombola o cisterna di GPL la sostanza è in fase liquida, in caso di perdita di liquido di GPL per ogni litro di liquido si sviluppano 260 litri di atmosfera esplosiva. Questo è il motivo per cui non bisogna capovolgere le bombole in quanto se capovolta esce la fase liquida. A Viareggio il GPL è fuoriuscito in fase liquida ed è poi evaporato 260 volte per ogni litro.
- Il GPL è al primo posto negli eventi esplosivi in ambito civile anche a causa della non conoscenza delle poche informazioni qui riportate.
Come stratificano i vapori di liquidi infiammabili
- Categoria: Rischio Esplosione (ATEX)
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Tutti i vapori dei liquidi infiammabili organici (Acetone, Alcool, Toluene, ecc) sono più pesanti dell’aria, di conseguenza, tenderanno a stratificare in basso saturando fosse e tombini creando atmosfere potenzialmente esplosive. La domanda è come stratificano? Si stratificano a densità costante o in qualche altro modo?
Leggi tutto: Come stratificano i vapori di liquidi infiammabili
La “corrente” elettrica alternata non esiste ma i campi elettromagnetici SI
- Categoria: Campi Elettromagnetici
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Nell’immaginario collettivo si pensa che una volta che colleghiamo una batteria in un circuito che alimenta, per esempio una lampadina, la corrente di elettroni scorra dal polo positivo a quello negativo. In realtà gli elettroni vanno nel verso opposto. Il fatto che si dice che la corrente va dal polo positivo al polo negativo è una convenzione fissata dagli ingegneri.
In realtà non esiste nemmeno un flusso di corrente, per esempio per una corrente continua dal valore di 1 mA, gli elettroni su un filo di rame di 1 mm2, impiegano circa cinque mesi a percorrere un metro di filo mentre per esempio per una corrente di un ampere la velocità è pari a circa 26 cm all’ora. Ovviamente la velocità dipende dall'intensità del campo elettrico.
Una lampadina si illumina immediatamente perché gli elettroni liberi sono già presenti nel filamento, essi si agitano, vanno in turbolenza, entrano in fibrillazione a zig, zag, urtando con tutti gli altri elettroni a causa del campo elettrico generato dalla batteria.
Lo spostamento degli elettroni liberi a 50 Hz è ± 0,74 micron; quindi, le “correnti” elettriche alternate nei conduttori NON esistono in quanto gli elettroni oscillano e non si spostano nemmeno di un millimetro.
E allora come si creano i campi elettromagnetici?
Diciamo sempre che ogni volta che c’è una corrente elettrica si genera un campo magnetico che segue la famosa legge di Laplace.
Per rasserenarci sulla veridicità della formula di Laplace occorre introdurre una nuova diavoleria, ovvero il fatto che gli elettroni sono “indistinguibili”. Le particelle indistinguibili sono particelle che non possono essere differenziate dalle altre, nemmeno in linea di principio. Questo concetto assume il suo pieno significato nella meccanica quantistica, dove le particelle non hanno una traiettoria ben definita che le distinguerebbe l'una dall'altra.
Elettroni indistinguibili, detta in altre parole, vuol dire che non gli possiamo dare un nome e nemmeno un cognome, quindi, visti da lontano, non siamo in grado di “vedere” che in realtà sono quasi fermi ma l’effetto “visivo” è quello di vedere una colonna di elettroni che scorre a una velocità enorme.
Ogni volta che entra un elettrone all’interno del conduttore, per esempio un filo, istantaneamente ne esce un altro alla fine del conduttore, mentendo a noi stessi possiamo pensare quindi che sia lo stesso elettrone visto che sono indistinguibili.
Quindi la formula di Laplace è verificata.
Illuminamento e risparmio energetico
- Categoria: Radiazioni Ottiche Artificiali
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La valutazione dell'illuminamento negli ambienti di lavoro viene effettuata tramite l'utilizzo della UNI 12464-1. La medesima norma definisce anche una scala degli illuminamenti, riportati in tabella 3 poco conosciuta, che portano ad un effetto soggettivo nei lavoratori nei confronti dell'illuminamento.
Come si interpreta ?
Ogni step della tabella indica un effetto soggettivo nei lavoratori. Per esempio una persona riesce a distinguere ovvero a percepire la differenza tra 75 lux e 100, in questo caso il salto è solo di 25 lux. Mentre per esempio tra 200 lux e 300 servono almeno 100 lux di differenza per percepire il salto. Aumentando ulteriormente i lux si arriva a un salto di almeno 250 lux tra 750 lux e 1000 e così via. In breve l'occhio umano ha una buona risoluzione con pochi lux ma con molti lux non percepisce la differenza. Di seguito si riportano due immagini rappresentative realizzate internamente di questo effetto realizzate sul visibile e con un luminanzometro.
Come si può osservare nella fotografia sul visibile (a sinistra) la percezione dei livelli di luminanza del cielo è scarsa mentre nel grafico ci sono salti dell'ordine dei 1000 cd/m2. Si precisa che l'effetto riscontrabile nella foto sul visibile corrisponde a quanto effettivamente "visto" dal vivo.

Valutazione infrasuoni
- Categoria: Infrasuoni
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Cosa sono gli infrasuoni
La sensibilità dell'udito umano allo spettro sonoro e all'intensità dei suoni varia in funzione dell'età e in generale va da circa 20 Hz a 20 kHz. Con il termine “infrasuoni” si intendono suoni con frequenza inferiore a 20 Hz e non quindi non sono udibili. Nell'uomo, a partire da un alto livello di decibel sono state descritte reazioni di affaticamento, depressione, stress, irritazione, astenia, cefalea, disturbi della vigilanza o dell'equilibrio e nausea. Queste reazioni potrebbero essere dovute alla messa in vibrazione di alcuni organi interni (digestivo, cardiovascolare, respiratorio) o dei bulbi oculari in presenza di determinati infrasuoni.
Obbligo di valutazione
D.lgs. 81/2008 TIT VIII “Agenti Fisici” quando presenti.
Propagazione e attenuazione degli infrasuoni
Per le caratteristiche delle basse frequenze, gli infrasuoni si propagano molto bene in tutti i mezzi; liquidi (acqua), gassosi (anche in aria) o elastico-solidi (suolo, strutture, infrastrutture costruite, ecc.). Solo il vuoto completo li ferma completamente. Le molecole che costituiscono l'aria diminuiscono solo l'energia di un'onda infrasuoni di 10 Hz di circa 0,1 dB/km, cioè 100 volte meno dei 10 dB/km assorbiti dall'aria per suoni di frequenza udibili a 1 kHz. La sorgente può quindi essere molto distante e il loro intervallo di frequenza (lunghezze d'onda, ad esempio 34 m per una frequenza di 10 Hz) rende più difficile misurare la direttività della sorgente.
Fusione nucleare, siamo veramente alla svolta ?
- Categoria: Carbon foot print
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Lo scorso 5 dicembre toni entusiastici quasi su tutti i media hanno festeggiato la “nascita” dell’energia pulita a costo zero e infinita. Tutto questo purtroppo non corrisponde alla verità.
Cosa è la fusione nucleare ?
Non è altro che la fusione di atomi di Trizio e Deuterio causata dall’alta temperatura e dal confinamento che può essere magnetico o tramite fasci laser. Per fondere i due atomi devono essere molto caldi e molto vicini. Il Trizio e il Deuterio sono due isotopi dell’Idrogeno ovvero hanno lo stesso numero di protoni (1) ma un numero diverso di neutroni (l’Idrogeno non ne ha, il Deuterio 1, il Trizio 2).
Quando si fondono ad alte temperature liberano una grande energia e un Neutrone. Con un grammo di Deuterio e Trizio si potrebbe produrre un’energia equivalente a 11 tonnellate di carbone.
Cosa non ci è stato detto
Trovare il Deuterio : Il Deuterio è abbastanza comune in natura, si può prendere dall’acqua di mare, 1 su 5000 atomi di acqua di mare è di Deuterio. Bisogna però separarlo e questo costa energia e strutture abbastanza complesse.
Trovare il Trizio: Il Trizio è radioattivo con un’emivita di circa 12 anni (emissione beta) ed è raro in natura, si stima la quantità di Trizio in natura sia pari a circa 1 kg. Il modo più veloce per produrre il Trizio è tramite una reazione all’interno di un reattore a Fissione. La radioattività del Trizio , ovvero emissione beta (elettroni) a bassa energia non è pericolosissima ma certo non si può dire che non sono presenti sostanze radioattive. Il costo attuale del Trizio è di circa 28 mila dollari al grammo. Le poche decine di chilogrammi di Trizio disponibili in commercio provengono da un tipo di impianti nucleari presenti solo in Canada e nella Corea del Sud che però verranno smantellati nei prossimi anni.
Attivazione neutronica : Non è vero che durante la fusione dei due isotopi non si genera radioattività. In una reazione a fusione, quando un atomo di Deuterio ed un atomo di Trizio vengono fusi, formano un atomo di Helio e liberano un neutrone ed ovviamente energia. Il processo di attivazione neutronica consiste nell'induzione di radioattività in materiali sottoposti a un flusso di neutroni (quelli generati dalla fusione) e avviene quando i nuclei atomici catturano i neutroni, diventando così più pesanti e passando a uno stato eccitato ovvero radioattivo. Questo vuol dire che le strutture metalliche dell’impianto con il tempo possono diventare radioattive. Questo è uno dei motivi per cui tutte le strutture metalliche dei vecchi impianti a fissione sono radioattive anche se di basso livello.
Efficienza di reattore : Il surplus di energia ottenuto col nuovo test, cioè gli 0,4 megajoule (0,1 kWh) netti, rappresenta il valore energetico dei soli neutroni e della radiazione liberati dalla fusione. Dai neutroni bisogna passare poi al calore, dal calore bisogna passare al vapore che deve azionare una turbina, dalla turbina al generatore elettrico. Per essere operativo nella produzione di energia il sistema dovrebbe fornire almeno mille volte più energia tenendo conto dell’energia necessaria ai laser e delle perdite termodinamiche.
In breve
Ci vorranno ancora molti anni prima di vedere un impianto funzionante, ma una cosa è sicura, che questa tipologia di impianti non saranno “ecologici” come ci viene detto, qualche problema ci sarà sempre. In particolare, per la produzione di Trizio e l’attivazione neutronica. L’idea di avere un’energia “pulita” e infinita è fantascienza anche se comunque sia si tratta di una grande innovazione e di un sicuro miglioramento ma non a rischio zero; il rischio zero non esiste.
I tempi sono stimati in meno di 50 anni e più di dieci anni, come affermato dalla direttrice del laboratorio Kimberly S. Budil, in un’intervista sul New York Times:
…it will take quite a while before fusion becomes available on a widespread, practical scale, if ever. “Probably decades,” Kimberly S. Budil, the director of Lawrence Livermore, said during the Tuesday news conference. “Not six decades, I don’t think. I think not five decades, which is what we used to say. I think it’s moving into the foreground and probably, with concerted effort and investment, a few decades of research on the underlying technologies could put us in a position to build a power plant.”
L'idrogeno non è una fonte energetica
- Categoria: Carbon foot print
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Si parla spesso di fonti energetiche come per esempio i combustibili fossili, il vento e il solare. In realtà l'energia che usiamo sul nostro pianeta arriva dal sole ovvero deriva da un processo di fusione nucleare, ovvero è una sola ad esclusione di quella derivante dalle maree che è gravitazionale.
Il vento si crea grazie alle differenze di temperatura dovute all'irraggiamento solare, i combustibili fossili derivano anche loro dall'energia solare, idem l'idroelettrico e le biomasse.
L'idrogeno NON è quindi una fonte di energia perchè non è liberamente presente in natura ma deve essere estratto dall' acqua (elettrolisi) o da combustibili fossili (gas metano-endogas) o da biomasse, ciò comporta un consumo di energia enorme ed è per questo che è considerato un "vettore" o un "accumulatore".
L'Anidride Carbonica è come il prezzemolo
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L’anidride carbonica (CO2) è responsabile del così detto “effetto serra” ovvero il riscaldamento del pianeta con i conseguenti effetti climatici avversi. La causa principale è la combustione dei combustibili fossili (metano, benzina, GPL, carbone) ovvero il consumo energetico fossile.
In pratica quando bruciamo combustibili fossili ributtiamo nell’ambiente carbonio che era sparito dalla circolazione ed era finito a varie centinaia di metri sotto terra accumulato in milioni di anni. Per esempio, stare al telefono si consumano circa 60 grammi di CO2 al minuto, inviare una mail circa 4 grammi, una mail con allegato circa 50 grammi (Fonte: Ecoglobo) ovviamente nell’ipotesi che il consumo energetico sia totalmente “fossile”.
Piantare alberi può ridurre i livelli di CO2 ma solo finché l’albero cresce. Una volta che muore o viene bruciato il carbonio rifinisce in atmosfera con un bilancio in pareggio. Bruciare alberi sicuramente dal punto di vista del bilancio della CO2 è una cosa molto positiva sono infatti chiamati “bio combustibili”.
Anche noi umani produciamo CO2 durante la respirazione e ne produciamo molta, la CO2 è il nostro gas di scarico. Ogni volta che bruciamo calorie o grassi (sempre) il carbonio si lega con l’Ossigeno che respiriamo e il risultato è CO2 e vapore d’acqua (in breve). Vi siete mai chiesti dove finisce il grasso quando ci mettiamo a dieta? In CO2.
Occorre dire che la CO2 emessa dagli esseri viventi durante la respirazione non va a variare il bilancio dell’effetto serra, è lo stesso discorso dell’albero, in pratica abbiamo bruciato energia solare.
La CO2 è inoltre un ottimo indicatore del livello della qualità dell’aria in ambienti chiusi frequentati da umani. Se i ricambi d’aria sono buoni i valori di CO2 rimangono più o meno come quelli dell’ambiente aperto (400 -500 ppm), se invece i ricambi d’aria sono scarsi la CO2 si accumula e può creare problemi (Sonnolenza, scarsa attenzione, ecc.) a partire da 1000 ppm.
Abbiamo effettuato negli anni varie misure di CO2 in uffici e sale riunioni, i risultati sono sconvolgenti, picchi da 5000 ppm dopo due ore. Ma non sembra a interessare a molti salvo pochi RSPP illuminati anche perché è normale sonnecchiare durante le riunioni/lezioni.
La CO2 come indicatore della qualità dell’aria ci permette anche di valutare il rischio da esposizione al Covid 19. La probabilità di essere contagiati dal virus in un ambiente chiuso, anche se sono indossate mascherine e mantenute le distanze è molto alta se i ricambi d’aria sono scarsi. Questo perché dicono i biologi che il Covid è un virus che si trasmette per via aerea. In breve, se le persone respirano la stessa aria non c’è mascherina che tenga, dopo un certo tempo il virus si accumula nel sistema respiratorio facendo partire le infezioni.
Un grosso problema relativo alla presenza della CO2 è inoltre quello dei sistemi automatici di spegnimento incendi. La CO2 viene stoccata in bombole in alta pressione (60 bar) , una lieve perdita in ambiente poco ventilato può creare gravi problemi di asfissia come è già successo in passato. L’idea di collocare le bombole in scantinati o ambienti chiusi (UPS) non è delle migliori, si consiglia di almeno collocare un sensore di CO2 e di cercarsi un buon avvocato.
La CO2 è quindi nostra amica nel valutare i corretti ricambi d’aria e per prevenire i contagi da Covid 19 un po' meno per il riscaldamento globale.