Incuriositi sul termine “vapore” usato per le sigarette elettroniche (e-Cig) si è pensato di fare un piccolo esperimento per vedere se si tratta di “vapore” o di PM 2,5. La prova la potete fare anche voi. Se si tratta di vapore una volta soffiato all’interno di una camera, come per esempio un grande bicchiere, dopo un po’ dovrebbe condensare e diventare liquido (nostra ipotesi). Nella foto si vede un becher riempito di “vapore” illuminato da un fascio laser dopo circa tre ore dal riempimento, non condensa nulla o quasi quindi si tratta di ammasso di PM 2,5. Ipotizziamo che la miscela di glicoli una volta riscaldata “vaporizza” e appena il “vapore” fuoriesce dall’atomizzatore essendo a temperatura ambiente si raffredda e si condensa in particelle molto sottili (PM2,5) e così rimane per tempi lunghi.

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Questo è il motivo per cui se si effettuano misure di PM 2,5 in aree dove è in funzione una sigaretta elettronica si rilevano valori anche molto elevati. A differenza del particolato generato da sigarette classiche, che si ritiene solido nella maggior parte del volume, relativamente alle sigarette elettroniche sembrerebbe costituito da particelle liquide.

Con il termine PM 2,5 si intendono le particelle di polvere con "diametro" pari a circa 2,5 micro metri capaci di raggiungere fino gli alveoli polmonari creando danni. Le PM 2,5 si creano durante la combustione di legna e combustibili vari, in processi industriali e comunque sono presenti anche naturalmente.

Si riportano i risultati di una serie di test di misura di PM 2,5 in un locale di circa 20 m2 (volume 60 m3) prodotte dal "vapore" di una sigaretta elettronica.

Le misure sono state effettuate tramite la tecnologia di Laser Scattering con strumentazione Opustyle Tecnology Co. LTD. Le prove sono state effettuate nell'ambiente chiuso iniziando a campionare ogni 10 minuti in corrispondenza dell'utilizzo di una E-CIG, dopo un ora il valore di PM 2,5 all'interno del locale era pari a circa 120 µg/m3 valore doppio rispetto ai limiti di riferimento per il traffico urbano.

Dott. Fisico Giovanni Gavelli & Partners

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